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Stop al Bullismo!

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“Domani ci vediamo a ricreazione nel solito bagno … se non ti metti le mutande bucate te le buco io con l’accendino.
Sei un essere inferiore. Lo devi capire.
Se mi fai aspettare dico alla prof che ti ho beccata a fumare in bagno.
Ciao larva umana.”

“Domani mi passi la versione.
Se vedo che stai ricopiando in bella e ancora non me l’hai passata prega che non ti becco in bagno… sennò ti lascio a terra morta.
Noi esseri superiori dotate di bellezza non possiamo perdere tempo a studiare come fate voi larve”

“Ci tenevo a dirti che oggi con questo maglione a righe hai superato te stessa.
Sei la vergogna dell’umanità femminile.
Ma dove ti vesti?! Nei cassonetti come gli zingari?
Effettivamente hai lo stesso tanfo dell’immondizia.
Vergognati. Non sei buona manco a fare quello.
Ciao povera… non volevo che pensassi di essere passata inosservata più cessa che mai”

“Volevo dirti che domani devi chiedere alla prof di spostarti dietro di me.
Non puoi starmi d’avanti.. non posso tollerare la tua bruttezza umana.
Oggi commentavo con i maschi a ricreazione: ma ve la scopereste mai una con tutti quei bozzi in faccia e la pelle lucida?
Sai che hanno risposto larva???? MANCO SE ME PAGASSERO!!!!!!
Vergognati. Se fossi in te mi seppellirei nel materasso e non uscirei più.
Sei un essere fastidioso e inutile!”


Potrei dire che Martina (la chiameremo così), che scrive, è ricca e sola, che ha i genitori separati e assenti …
O anche no.
Potrei dire che è una ragazzina disturbata e che è in terapia.
… che è una delle peggiori alunne dal punto di vista didattico.
… che i prof, leggendo questi messaggi, non si sono per niente stupiti.
… che è una ragazzina arrogante e sgarbata.
Invece non lo dico.
Dico che è una ragazzina molto bella, studiosa quanto basta (ma tanto astuta da brillare), garbata, gentile.
Sicuramente egocentrica e leader di un gruppo di “sgallettate”; ma da qui ad immaginare che fosse capace di tanta crudeltà … forse non ci sarebbe arrivato mai nessuno se…

…Se un bel giorno, una ragazzina di un’altra sezione, stanca di incrociare Alba (la chiameremo così) singhiozzante in bagno a graffiarsi il petto in preda all’angoscia, non avesse chiamato la prof di italiano e le avesse vomitato addosso tutto quello che la stessa Alba le raccontava tra i singulti almeno tre volte a settimana, incrociandola per caso in bagno.

Alba, invece, è ciò che state immaginando.
Una ragazzina bionda, un po’ scialba, con le spalle ricurve, il viso con il mento ricoperto di acne, studiosissima, ansiosissima, troppo insicura.

Il bullismo non dovrebbe essere contrastato. Dovrebbe essere prevenuto.
Ma poi c’è la realtà.
E succede che noi prof ci sorprendiamo davanti ai messaggi di “Martina” e ai graffi di “Alba”.

Eppure facciamo sessioni di formazione continue sulle dinamiche del bullismo, sulla prevenzione: conosciamo i ruoli (bullo, vittima, difensore, osservatori), le tipologie di bullismo diretto (verbale, fisico, razzista, sessuale, omofobico) o indiretto (cyberbullismo, relazionale)…
Eppure.
Eppure non siamo in grado non solo di prevederlo e prevenirlo, ma addirittura neanche di riconoscerlo!

Perché?

Perché l’osservazione è scarsa, come scarsa è la relazione.
Biasimo i miei colleghi: avevamo troppo da fare prima… figurarsi in questi ultimi anni!

Ma proprio perché il tempo è ciò che è, almeno insegniamo ai ragazzi l’unica arma per disintegrare qualsiasi forma di bullismo: l’empatia! Che, fortunatamente, essendo una competenza di intelligenza emotiva, è allenabile!
Come?
Eccone un esempio: dividiamo i ragazzi in coppie e facciamo raccontare ad ognuno, uno per volta, una storia personale e breve; il primo racconta e l’altro dovrà ascoltare in silenzio (e senza giudizio!) per poi riportare a colui che ha raccontato, ciò che ha capito. Il primo a raccontare la storia dovrà poi dare un feedback al compagno che gli ha “restituito” il racconto per fargli capire quanto davvero è riuscito ad entrare nei suoi panni.
A che serve?
Ad ascoltare in silenzio senza giudicare, a mettersi nei panni dell’altro, a connettersi, a “sentire” cosa sente l’altro … che è ciò che ha sentito anche lui in un giorno qualunque sperduto nella sua vita… a far sì che “Martina”, quando guarda “Alba”, si connetta con la tristezza e la vergogna che anche lei ha provato (in un giorno non troppo qualunque della sua vita) aiutandola o accogliendola o, quantomeno, non bullizzandola.

Le statistiche più recenti delle Nazioni Unite riportano che 1 studente su 3, tra i 13 e i 15 anni, ha vissuto esperienze di bullismo.
Cos’altro aspettiamo?