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Il dono del padre

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Come ci appaiono i padri del nostro tempo, quelli della pandemia, che hanno trascorso tanto tempo a casa e che hanno imparato a lavorare tra il frastuono della Dad e l’aspirapolvere accesa?
Abbiamo ancora negli occhi il video di quel papà durante una riunione da remoto, “distratto” dal suo bimbo che faceva capolino nella stanza.
Oggi le aziende accanto ai congedi per le madri prevedono anche congedi (più brevi!) per i padri. Forse la presenza del padre comincia a diventare (più) importante nella costruzione dell’identità dei figli, anche se dal punto di vista culturale è ancora lunga la strada da fare.

Per questo vi propongo di considerare tre immagini di paternità che, all’apparenza non hanno nulla in comune, ma che possono darci la possibilità di guardare al padre sotto una nuova luce.
La prima la troviamo nel romanzo, L’ombra del padre di J. Dobraczyński. La storia è quella di un padre che fugge (come alcuni padri di oggi, sui barconi, in fuga dalla guerra…), forte nell’andare, pieno di speranza nella destinazione, con il cuore colmo di gioia per il viaggio.
La seconda e la terza sono al centro della saga de Il trono di Spade. Ned Stark, lord di Grande Inverno, padre affettuoso, coraggioso e onesto, si contrappone a Tywin Lannister, lord di Castel Granito, astuto, calcolatore e tiranno. Due padri che ci mostrano altrettanti modi di essere padri…

Così tra ombra, autorevolezza e autorità forse è possibile immaginare una quarta via: quella del dono del padre (che pure è insita nelle prime tre):
il padre che si dona per forgiare l’identità del figlio lasciando spazio alla sua libertà;
il padre che si dona nella presenza, ma che si riconosce assente rispetto al proprio limite;
il padre che si dona nella paura di diventare padre, perché si chiede che mondo “lascerà” al proprio figlio;
il padre che si dona nel sentirsi padre o nella scelta di non diventarlo, perché la paternità è sempre un dono, per i figli, per i padri, per le madri, per quel mondo che ci fa sempre un po’ paura.

Forse abbiamo oggi più che mai bisogno di padri che vivano la paternità come un dono: con la possibilità di creare, senza sentirsi onnipotenti, ma, in fondo, solo… padri, che vanno (sempre!) bene così solo per il fatto che ci sono.

 

Sonia Vazzano